navigazione

ACS      Antica Civiltà Sarda
Antica Civiltà Sarda
Una civiltà antica e trascurata, ignorata e negata.
Una terra dai 20mila Nuraghe, dalle migliaia di Tombe dei Giganti, Domus de Janas,
dolmen, menhir, car ruts, pietre scritte, cerchi su pietra...
La più antica civiltà navigatrice del mediterraneo, la Terra del Nuovo Inizio,
La Sardegna dove è nata la scrittura, e di cui cercheremo di raccontare la storia mai raccontata prima...
Janas Sardinia,
Quello che per gli altri popoli è mito, per i Sardi è storia...
Vai ai contenuti
le antiche strade sarde evolvevano seguendo il formarsi delle evidenze geologiche ..
analizzando le carte geologiche della Sardegna, si scopre infatti una coincidenza "stradale" impressionante...
quella che sembra proprio una antica bitta in pietra, ci racconta forse dell'antica arte navale sarda..
Marsala in collegamento diretto con karalis e kartajana, diventa città dove sorge il sole, sol levante ante litteram...
poi ci si chiederebbe come hanno fatto ad arrivare i romani in Brasile, e quando..
per caso, o avevano delle mappe,
A bordo delle navi, fino a non molto tempo fa, esisteva un materiale, assolutamente insostituibile.

non si poteva, come non si può oggi, concepire una imbarcazione senza cime e cordami, no?

e di cosa erano fatte, fino a poco tempo fa , i cordami di bordo, lo sapete?

Canapa.

dall'inizio della navigazione, fino a poco meno di un secolo fa, la canapa a bordo, era assolutamente insostituibile.

si parla infatti, storicamente, di di uso della canapa, canapa sativa, da migliaia di anni.
Sardegna,Domus Sanaj S'incantu a confronto con Etruria, Tomba degli Scudi. Confronto sintetico visuale tra le due tipicità, dubbio sulle datazioni e sulla paternità delle cosiddette tombe etrusche
in sardegna, si trasportavano le merci su convogli di vagoni, che sarebbe carino sapere se venivano trainati da buoi,cavalli, o cosa, di più potente,
vagoni che a giudicare dalla tipologia di ruote e dal loro ridotto diametro in proporzione al volume del contenitore,dovevano transitare su strade lisce e robuste, che diversamente si sarebbero incastrate ad ogni pietra..
e cosa contenevano, poi, questi vagoncini
E che probabilmente le Maistras Sarde avevano come “alunni” i dusseldwarf, i naneddus rumorosi, mai estinti, ma probabilmente emigrati nel continente americano
e che uno dei loro centri più importanti nel nordeuropa fosse situato dove ora sorge Dusseldorf, la cui fiera, tra l’altro, riunisce tutte le principali caratteristiche proprie delle Djanas Sarde,
e che i loro viaggi le abbiano portate fino in Dgjappone, terra delle jana/ajin/ainu, dove i collegamenti con la Sardegna sono infiniti, e che questo potentissimo filo di antica memoria non si sia mai interrotto, fino ai giorni nostri.
se invece che da un popolo di guerrieri guerrafondai, che con le loro navi andavano a mettere a ferro e fuoco il mediterraneo, e che pensavano a scrivere “dio toro di luce possente”, anche nei bagni pubblici troiani, possibilmente in sumero, o che passavano il tempo a fregarsi le pecore e lanciarsi ossidiana e frecce da un nuraghe all’altro,

fossimo invece discendenti di un pacifico (se non lo fai arrabbiare) popolo di “gin aisthesis”, ginnaste, donne che percepiscono, sciamane, donne sapienti, janas maestre, e necessariamente atlete
la Sardegna al centro del mediterraneo, in una mappa di almeno 6.000 anni, incisa su roccia
Torna ai contenuti